Nata per te – Luca Mercadante e Luca Trapanese

Nata per te – Luca Mercadante e Luca Trapanese

Nata per te - Luca Mercadante e Luca Trapanese

Oggi vogliamo parlare di una storia vera: quella di Alba e di suo papà Luca. Probabilmente la conoscerete già, in quanto finì su tutti i TG. Perché leggere dunque di una storia già nota? Perché Nata per te, di Luca Mercadante e Luca Trapanese non è semplice cronaca. Vi troverai spunti di riflessione e magari qualche nozione che ancora non sapevate al riguardo.

Alba e Luca: cos’hanno di tanto speciale?

Alba è stata purtroppo lasciata in ospedale appena nata… perché ha la sindrome di Down. Parte così l’iter per trovarle una famiglia adottiva. Purtroppo, però, non sembra essere cosa così facile: ben trenta famiglie la rifiutano, forse spaventate, forse ignari: non siamo qui per dare alcun giudizio, né lo fanno i due autori del libro. Dopo trenta rifiuti, arriva Luca Trapanese, ed il Tribunale decide che lui ha le carte in regola per occuparsi di Alba e diventare suo papà. Ma, aspetta: prima parlavamo di famiglie, non di persone! Ebbene sì: con Luca si è inaugurato il registro degli affidi previsti dalla legge per i single. Le altre erano, appunto, famiglie.

Chi è Luca Trapanese, il papà di Alba?

Luca è un ragazzo che lavora nel sociale: ha creato comunità per persone con disabilità o problemi. Non è spaventato dunque da una bambina con la sindorme di Down, dal momento che la conosce benissimo: è a stretto contatto quotidianamente con persone con tale sindrome. Molto probabilmente, Alba si troverà bene. Si tratta di un gesto di pietà? Assolutamente no. Luca vuole una famiglia, e non è certo la sindrome di Alba a spaventarlo. Ma Luca è un genitore single: perché non ha aspettato di “trovarsi una compagna” prima di procedere con un’adozione? Ecco, è qui l’inghippo: Luca è gay, dunque paradossalmente se si fosse trovato in una relazione non avrebbe potuto adottare Alba. Non in Italia, perlomeno, e non ancora.

A chi è affidato il compito di raccontare la vicenda di Luca ed Alba?

A Luca Mercadante, che con Luca Trapanese ha in comune solamente il nome. Trapanese è cattolico praticante, Mercadante ateo convinto. L’adozione di Alba è stata possibile, in primis, grazie alla scelta della mamma di non abortire. Luca Mercadante è invece favorevole alla IVG (Interruzione Volontaria di Gravidanza), e nel libro si domanda cosa avrebbe auspicato in caso avesse scoperto di essere in attesa di un bimbo con la sindrome di Down. Mercadante ha la classica “famiglia tradizionale” (passaci il termine, che aborriamo), mentre Trapanese è un genitore single. Per Trapanese la paternità passa attraverso l’amore, l’affetto e l’accudimento; per Mercadante attraverso il vincolo di sangue. Insomma, i due Luca non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro.

Luca e Luca: a cosa porta la loro diversità?

A Nata per te, di Luca Mercadante e Luca Trapanese, edito da Einaudi e pubblicato nel 2018! Come dicevamo all’inizio, infatti, Nata per te non è semplicemente una narrazione “passiva” o di cronaca di una vicenda, sulla quale si è già scritto e parlato molto. Nata per te è un dialogo tra due mondi differenti, tra due approcci alla vita distanti l’uno dall’altro, in cui è Luca Mercadante a mettere quasi in discussione sé stesso, o perlomeno a voler comprendere punti di vista distanti dai suoi.

Nata per te, di Luca Mercadante e Luca Trapanese: solo una vicenda di cronaca?

Come emerso sopra, Nata per te non è un libro di cronaca. È più un dialogo con sé stessi, un mettere in gioco ed in discussione le proprie convinzioni. Oltre a ciò, emerge uno spaccato della società odierna e delle regolamentazioni delle adozioni. Siamo sicuri che le norme attuali sono le migliori possibili?

Quello che trapela dalla lettura è che un genitore single tende a non essere considerato “ideale” per adottare un bimbo (una famiglia “canonica” gli passerà davanti, molto probabilmente)… però “va bene” per adottare un bambino con difficoltà. Non c’è una sorta di ghettizzazione? Della serie “il bimbo parte già svantaggiato, meglio di così non potrà avere. Continuiamo a farlo essere svantaggiato”? Come se avere solo un genitore fosse un problema, tra l’altro. O se avere la sindrome di Down fosse un “problema” del singolo, e non di una società, la nostra, non in grado di accogliere chi ha bisogni e sensibilità non comuni. Noi in tutto ciò vediamo una lettura inquietante e decisamente irritante. O ancora “un adottante single è mancante di qualcosa – un partner: possiamo dargli un bimbo con esigenze personalizzate e peculiari, tanto è già abituato ad affrontare difficoltà da solo”?

Altre storie vere

Non è la prima volta che libri che trattano di storie vere trovano spazio qui su Cuori d’inchiostro. Stiamo pensando a “Il caso Parolisi: sesso, droga e Afghanistan“, che ha in comune con Nata per te la risonanza mediatica della vicenda. Oppure a “Veleno: una storia vera” di Pablo Trincia, che vede coinvolti bambini ed adozioni. Di un’altra Iena è invece “Liberasempre“, di Nina Palmieri, che ci presenta Ayse, o ancora “Quando il gioco si fa duro“, di Nadia Toffa. Per scoprire quali altre storie vere hanno trovato spazio in Cuori d’inchiostro, usa il menù a tendina.

Buona lettura!

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