Rivoluzione digitale italiana – Giulio Giorgetti

Rivoluzione digitale italiana – Giulio Giorgetti

Rivoluzione digitale italiana - Giulio Giorgetti

A causa della passione verso le nuove tecnologie e della professione svolta, lo staff di Cuori d’inchiostro era alla ricerca di una lettura, seppu divulgativa, “tecnologica“. E quale titolo migliore di questo avrebbe potuto attrarre il nostro interesse? È con queste basi e conseguenti aspettative che ci siamo addentrate nella lettura di Rivoluzione digitale italiana di Giulio Giorgetti.

La Rivoluzione digitale di cui vuol parlare Giulio Giorgetti: il contesto attuale

Come forse già saprete, un membro dello staff di Cuori d’inchiostro si occupa, per lavoro e per interesse, di tutto ciò che è innovazione, ricerca e tecnologie. Non nel loro aspetto più superficiale, ma andando a scavare alla radice delle difficoltà di volta in volta proposte. È per questo motivo che Rivoluzione digitale italiana di Giulio Giorgetti ci ha incuriosito. Del resto, viviamo, tutti noi, in un mondo ormai immerso nella tecnologia!

Chi non possiede uno smartphone? Chi non si affida al proprio navigatore satellitare, o a Google Maps installato nel cellulare, addirittura? E chi non ha una smart TV? O addirittura una lavatrice connessa alla rete? Le stampanti di casa lo sono già da anni! Anche le nostre case stanno diventando sempre più tecnologiche, informatizzate e connesse alla rete Internet. Quanti di voi non hanno, ad esempio, un assistente vocale a casa? Per ascoltare musica, ma anche per effettuare ordini su store online, per accendere luci e dispositivi… Insomma, di tutto e di più!

Rivoluzione digitale italiana di Giulio Giorgetti: quale è il ruolo dell’Italia in questo periodo di innovazione?

I punti affrontati da Giorgetti nel suo libro, edito nel novembre 2019, sono molteplici ma legati da un filo conduttore. Ovvero: quale è il ruolo attuale del nostro Paese in questo mondo sempre più connesso? Pensateci: ascoltiamo musica grazie a Spotify, azienda svedese, o grazie a Google Music e Amazon Prime Music, aziende statunitensi. Guardiamo film grazie a Disney +, appena affacciatasi sul mercato, ad Amazon Prime Video e Netflix, tutte aziende statunitensi anch’esse. Acquistiamo smartphone Apple, statunitense, Samsung, sud-coreana, o Huawei, cinese. E per quanto riguarda virus e antivirus? Tra i più famosi antivirus abbiamo McAfee, azienda statunitense, e Kaspersky, russa. Nulla di italiano. E questo solamente per citare alcuni aspetti legati alla connessione digitale!

Giulio Giorgetti, nel suo Rivoluzione digitale italiana, si chiede: qual è il ruolo dell’Italia in questo scenario? Perché nessuna azienda italiana sembra interessata ad affacciarsi alla digitalità?

Da giuste domande derivano banali risposte

Il quesito fondamentale posto in Rivoluzione digitale italiana di Giulio Giorgetti è decisamente fondato ed importante. E la risposta che sembra darne è che la presenza dell’Italia, in questo mondo digitalizzato, è praticamente nulla. Il che è sotto gli occhi di tutti! L’obiettivo dell’autore di Rivoluzione digitale italiana è quello di suggerire degli ambiti nei quali l’Italia potrebbe coprire un ruolo tutt’altro che marginale. E soluzioni per alleggerire la vita quotidiana di noi italiani.

Primo problema

I problemi però legati al testo di Giorgetti sono due. Il primo, è che le soluzioni proposte sono banali. Un esempio? L’autore propone la prenotazione online delle visite mediche. Un altro? Giorgetti auspica la nascita (o lo sviluppo) di un’azienda italiana che produca smartphones… magari, se necessario, delocalizzando la produzione. O ancora, perché non creare un portale italiano equivalente a Booking.com? Idee tutte giuste, ma basta chiedere a qualsiasi utente per avere risposte simili! Per quanto riguarda le ultime due proposte, perché una persona dovrebbe acquistare smartphones italiani, se non han nulla in più rispetto a quelli stranieri? O visitare il sito web italiano di prenotazioni, se è analogo a quelli già esistenti? C’è bisogno di un libro per tali proposte? Basta chiedere a qualsiasi utente medio! E se pensate che Giorgetti proponga ulteriori dettagli per realizzare tali idee, vi sbagliate.

Inoltre, il testo è pieno di affermazioni tipiche di bambini o adolescenti. Un esempio? Qualcosa del tipo “Io ci avevo pensato anni fa ma ero troppo impegnato per occuparmene: a quest’ora sarei stato milionario!”. Avrebbe potuto occuparsene! Evidentemente non ci aveva creduto nemmeno lui, fino in fondo. O forse non è vero che ci aveva pensato in passato?

Secondo problema

Il secondo è l’irrealizzabilità effettiva delle soluzioni proposte, nonché alcune di esse che si contraddicono a vicenda. Un esempio è un sito web “unico”, qualcosa del tipo italia.it, che possa essere di riferimento sia ai turisti che ai cittadini italiani. Dovete prenotare una visita medica? Andate su italia.it. Cercate informazioni su cosa visitare in Italia? Andate su italia.it. Cercate informazioni su un dato comune? Andate sul sito appena citato. Avete bisogno di un hotel? Ancora una volta, visitate italia.it. Insomma: un gran calderone!

Avete idea di quante persone debbano gestire un sito del genere? E di quanti utenti potrebbero accedervi contemporaneamente? I rischi di un DDoS (Distributed Denial of Service) o di un DoS (Denial of Service) sono altissimi. A meno che i server che ospitano il sito siano enormi! Ah, se vi state chiedendo cosa è un DoS la risposta è semplice. Avete presente quando un sito web non è accessibile perché troppi utenti stanno cercando di accedervi contemporaneamente? Ovvero quello che è successo ad Aprile al sito web dell’INPS? Ecco: un DoS è esattamente questo. Un sito web fuori servizio a causa di troppi utenti contemporanei. Non conviene creare siti web differenti, ciascuno dedicato ad un servizio? INPS, Sanità, Turismo (che magari raccolga informazioni turistiche di comuni italiani, questa la concediamo)?

La domanda che sorge spontanea è: chi è Giulio Giorgetti?

Leggendo e terminando la lettura di Rivoluzione digitale italiana di Giulio Giorgetti, una domanda sorge spontanea. Chi è Giulio Giorgetti? Qualche indizio lo dà lui stesso nel suo libro. Autodidatta fin dalla tenera età per quanto riguarda la programmazione (ma chi può confermarlo o contraddirlo?), è fondatore di siti web legati alle scommesse. Questo forse spiega come mai le idee proposte nella sua Rivoluzione digitale italiana siano, appunto, solamente idee senza fondamenti concreti. Che gli manchino le conoscenze e competenze necessarie per concretizzarle?

Non basta saper gestire siti web per proporre idee costruttive, del resto. Così come non basta avere conoscenze di programmazione. Inoltre, vi fidereste ad idee proposte da chi lucra su debolezze altrui, quali il gioco d’azzardo? L’unico gioco equo è quello in cui il non rimane nulla al “banco”. Siamo sicuri che le scommesse siano così “eque”? Per gestire progetti quali idealmente proposti da Giorgetti occorrono competenze che vanno ben oltre quelle in possesso dall’autore. Perlomeno, stando alle informazioni da lui date nel suo libro e nel suo sito web.

Insomma: il nostro consiglio è quello di leggere altra letteratura tecnologica e scientifica, degna di tale nome. Stiamo pensando a Piergiorgio Odifreddi, Carlo Toffalori, Roberto Giacobazzi giusto per citarne alcuni che si occupano di scienza, tecnologia e divulgazione scientifica.

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