Dopo il traguardo – Alex Schwazer

Dopo il traguardo – Alex Schwazer

Dopo il traguardo - Alex Schwazer

Per questa Pasqua 2023 abbiamo scelto di non parlare di un libro a tema religioso, ma di un libro di sport, sacrificio e rinascita. Lo facciamo con Dopo il traguardo di Alex Schwazer, edito dalla Feltrinelli e pubblicato nel novembre 2021. Se vi state chiedendo come mai la scelta è ricaduta su questo titolo e sul suo autore, mettetevi comodi e scopritelo leggendo!

Chi è Alex Schwazer?

Classe 1984, Alex Schwazer è un marciatore. Lo conosciamo tramite le sue parole nel suo Dopo il traguardo, sia mentre correva in giovane età sia quando inizia a vincere le prime gare. Lo accompagniamo durante i suoi allenamenti, che diventano sempre più lunghi e duri.

Il mio vocabolario comprendeva solo due parole, allenamento e riposo. Non avevo un colore preferito o un piatto preferito. Non avevo un passatempo, una passione o un obiettivo che non fossero la marcia.

Alex Schwazer – Oltre il traguardo

Molti di noi lo conoscono grazie alle Olimpiadi di Pechino del 2008, quando, nemmeno 24enne, vince la gara dei 50 km di marcia. Tutti lo conosciamo a causa di un controllo antidoping a poche settimane dalle Olimpiadi di Londra del 2012, controllo in cui Schwazer risulta positivo. Impossibile non ricordare la conferenza stampa in cui il marciatore, in lacrime, confessa e si assume le sue colpe.

Torniamo a Dopo il traguardo, di Alex Schwazer: dal tetto del mondo…

Dopo il traguardo di Alex Schwazer è un’autobiografia, in cui è l’autore stesso ad accompagnare il lettore nel paradiso dei successi e nell’inferno delle condanne. Fatichiamo con lui durante gli allenamenti, e riflettiamo con e grazie alle sue parole dopo i successi e i fallimenti. Impossibile non gioire con lui dopo la vittoria della gara delle Olimpiadi del 2008.

… alle difficoltà e alla consapevolezza del mondo dell’atletica…

Dopo Pechino 2008, l’autore cade in depressione, sentendosi sempre più solo e logorato. In Dopo il traguardo, Alex Schwazer parla di federazioni complici, che aiutavano i propri atleti a doparsi, di atleti che vincevano con tempi impossibili da raggiungere senza l’aiuto del doping. Arriverà perfino a mentire alla sua compagna dell’epoca, Carolina Kostner, e a recarsi in Turchia per acquistare un ormone proibito. Perché? Sarà Alex Schwazer stesso a spiegarlo in Dopo il traguardo, così come scriverà che ha compiuto questo gesto in totale solitudine, che l’assunzione dell’ormone dopante non gli ha fornito alcun vantaggio, dato che lo assunse lontano dalle gare.

… ai controlli antidoping prima delle Olimpiadi 2012

In prossimità delle Olimpiadi di Londra del 2012, il crollo. Prima, nel luglio 2012, Carolina Kostner aiuterà Schwazer ad evitare un prelievo per un controllo antidoping. Questo le causerà una squalifica per più di un anno. L’aiuto della sua compagna dell’epoca non gli permetterà di evitare del tutto i controlli: uno di essi risulta positivo. Niente Olimpiadi 2012, squalifica di quasi 4 anni. Indubbiamente, una punizione esemplare.

Dopo il traguardo di Alex Schwazer: la rinascita

È Alex Schwazer stesso che scrive delle sue emozioni e soprattutto delle motivazioni che lo hanno spinto a rinascere, dopo la squalifica.

Quando ho toccato il fondo, mi sono chiesto come mi fossi cacciato in quella situazione. Quel giorno ha segnato la rinascita dell’uomo che avevo dentro e che da tanto tempo non trovava spazio per uscire. Quel giorno ho capito di essere in un labirinto immenso e apparentemente senza via d’uscita, nel quale brancolavo da anni. Un labirinto nel quale avevo perso tutto. La persona che ero, la mia fidanzata, la credibilità, la dignità. Solo ora ne sono uscito. Sono sopravvissuto a un’imboscata, una macchinazione subdola e crudele che in altri momenti mi avrebbe annientato. Ancora oggi, a distanza di cinque anni, non so come ho fatto a mantenere l’equilibrio. Questa è la storia che voglio raccontare.

Alex Schwazer – Oltre il traguardo

Dopo la squalifica, Schwazer ritrova sé stesso. Prima del termine della squalifica chiederà a Sandro Donati, paladino della lotta contro il doping nell’atletica leggera, di allenarlo. Donati accetta solo a determinate condizioni, tutte accettate dall’atleta. Tra i due nasce così un sodalizio che mira a portare Alex Schwazer alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016… ovviamente pulito. Per essere allenato da Donati, infatti, Schwazer dovrà sottoporsi a controlli rigorosi, regolari eppure imprevedibili, senza compiere passi falsi.

La seconda positività

Poco prima delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, Alex Schwazer risulta di nuovo positivo ad un controllo antidoping. Più precisamente, il 21 giugno 2016 viene diffusa la notizia della positività di un campione di urine prelevato il primo gennaio 2016. L’atleta ed il suo staff respingono stavolta tutte le accuse di doping ed annunciano una denuncia contro ignoti. Sì, perché risulterebbero delle incongruenze nel controllo antidoping. Nonostante le accuse respinte al mittente, Alex Schwazer viene squalificato per 8 anni. Praticamente, a vita. La squalifica terminerà nel 2024, quando il marciatore avrà 40 anni.

La giustizia italiana

Il 18 febbraio 2021 il Gip del Tribunale di Bolzano dispone l’archiviazione del procedimento penale per “non aver commesso il fatto”, ritenendo “accertato con alto grado di credibilità razionale” che i campioni di urina “siano stati alterati allo scopo di farli risultare positivi e, dunque, di ottenere la squalifica e il discredito dell’atleta come pure del suo allenatore, Sandro Donati.

Wikipedia

La WADA però contesta le conclusioni riportate nelle carte processuali. A nulla sono valse le richieste, da parte dei legali di Alex Schwazer, di sospensione della squalifica: il loro assistito non potrà partecipare ai giochi olimpici di Tokio.

Dai fatti al libro: cosa c’è dopo il traguardo di cui parla Alex Schwazer?

Se quanto scritto finora vi sembra molto, beh, sappiate che abbiamo solamente toccato la punta dell’iceberg. Dopo il traguardo di Alex Schwazer è infatti un libro molto ricco e denso, che si fa leggere catturando il lettore ad ogni pagina. Noi di Cuori d’inchiostro non avevamo ancora mai parlato di un libro di sport (anche se ne abbiamo uno su Kobe Bryant in lista), e non immaginavamo di imbatterci in un testo ricchissimo, non solo di emozioni ma anche di avvenimenti. Sì, perché la vita del marciatore italiano è stata ricca di avvenimenti. Il suo Dopo il traguardo è un intreccio di eventi ed emozioni. L’abilità dell’autore risiede nel dare umanità ad eventi e risultati straordinari, nel bene e nel male. L’impressione che si ha è quella di un uomo retto e giusto che ha commesso un errore, per il quale ha pagato e sta ancora pagando. Il problema è che sta pagando troppo. È giusto dover scontare una pena di 12 anni (dunque, carriera finita) per un errore?

Ci siamo chieste più volte quale sia il traguardo che dà il titolo a quest’opera prima di Alex Schwazer. Non siamo riuscite a darci una risposta univoca, né abbiamo capito quale sia quella “corretta”. Abbiamo pensato alla depressione e all’isolamento che sono succedute alla vittoria di Pechino 2008… ma anche al traguardo personale del marciatore, quello di prepararsi per le Olimpiadi del 2016 e di riuscirci. Stavolta, dopo il traguardo c’è stato un altro tipo di isolamento, ma anche la vicinanza del suo staff e del suo allenatore. C’è stato un riscatto, una ricerca di un nuovo adattamento, di un nuovo lavoro.

Perché abbiamo scelto questo libro per la Pasqua?

Beh, perché i parallelismi che possono essere fatti tra Alex Schwazer e Gesù Cristo sono vari. Attenzione: non stiamo paragonando i due, per una lunga serie di motivi che non affronteremo qui. Stiamo dicendo però che così come il Cristo cade durante la Processione, così fa Schwazer dopo la sua vittoria olimpionica. Entrambi si rialzano. Così come Schwazer, rialzatosi e ripulitosi, non viene ascoltato ma, al contrario, viene di nuovo condannato, così Gesù Cristo viene condannato perché il popolo preferisce liberare Barabba. In entrambi i casi c’è una condanna ingiusta di un uomo giusto. Uno ci rimette la carriera, l’altro la vita.

Ripetiamo: non ci addentriamo qui in dialoghi e riflessioni religiose o storiche. Abbiamo scelto Dopo il traguardo di Alex Schwazer per questo giorno di Pasqua per riflettere, insieme a voi, sulle ingiustizie, piccole o grandi, che ognuno di noi affronta. Sebbene riteniamo sia giusto assumersi le responsabilità delle proprie azioni (cosa che il marciatore italiano ha fatto senza esitare un attimo), fa male assistere, impotenti, all’accanimento verso chi ha pagato per i propri errori e cerca, lottando e sacrificandosi, un riscatto.

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