Il mantello di Spinoza – Marco Dominici
Oggi apriamo questo mese di luglio con un romanzo particolare… per vari motivi! Noi di Cuori d’inchiostro ci siamo avvicinati alla sua lettura con fanciullesca curiosità, perché sia l’autore che la casa editrice del romanzo sono a noi vicini… di Ancona, precisamente! Bando alle ciance, addentriamoci in Il mantello di Spinoza di Marco Dominici, pubblicato da Affinità Elettive Edizioni!
Cos’è Il mantello di Spinoza di cui scrive Marco Dominici?
Il romanzo è… un monologo! Se state pensando però a qualcosa di simile a Novecento di Alessandro Baricco, beh… siete su una strada sbagliata. Sì, perché Novecento di Baricco è un monologo teatrale. Il mantello di Spinoza di Marco Dominici, pubblicato da Affinità Elettive Edizioni, è invece un monologo confessione: quella che Sandro Valeri, scrittore, fa al commissario. O a sé stesso?
Se vi state chiedendo a che genere appartenga Il mantello di Spinoza, noi lo abbiamo scoperto leggendo. Ebbene sì, perché le prime pagine riempiono il lettore di quesiti: perché Valeri si trova di fronte ad un commissario? È indagato o viene ascoltato come testimone? Cosa è successo? Che reato è stato commesso? Quali sono le persone coinvolte? Chi è Sandro Valeri? È continuando con la lettura che ciascuna di queste domande trova risposta. E quelle che inizialmente sembrano essere domande dalle risposte importanti, scopriamo che ciò che è importante è come Sandro Valeri si percepisce, e chi è lui. È veramente lo scrittore affermato e di successo che tutti conoscono? O dietro al suo successo ci sono dei segreti e delle “spinte”?
E Il mantello di Spinoza di cui scrive Sandro Valeri?
È tra le pagine di Il mantello di Spinoza di Marco Dominici che scopriamo il mondo di Sandro Valeri, il rapporto con la sorella e la sua famiglia, con Cristina, la sua agente letteraria, le sue opinioni riguardo il mondo e su Enrico Lo Russo, suo ex compagno di scuola. Tra i due non scorreva buon sangue. O meglio, non c’era stima reciproca… o questo è ciò che pensa Sandro Valeri. Era veramente così? Ed ora? Perché le vite dei due si incontrano di nuovo? Che ruolo ha Cristina in tutto ciò? E cos’è Il mantello di Spinoza? È solamente il titolo di un saggio che Sandro Valeri sta scrivendo?
Ma quindi, a che genere appartiene il romanzo Il mantello di Spinoza di Marco Dominici? Sicuramente è un romanzo introspettivo. Verrebbe da dire anche giallo, anche se… sta a voi scoprire il perché!
Affinità elettive e Marco Dominici
Come dicevamo, ci siamo avvicinate alla lettura di Il mantello di Spinoza con curiosità. Raramente ci capita di leggere testi marchigiani… Pensate, in quasi 400 articoli, abbiamo conosciuto solo tre autori provenienti dalle Marche: Giovanni Ascolani (La notte della Strige e Lo sciacallo), Giulia De Santis (Non è per sempre e Nemmeno in capo al mondo) e Simone Censi (Il garzone del boia e Giallo Solidago. Non perdetevi la sua intervista!). Marco Dominici è il primo autore anconetano che trova spazio qui su Cuori d’inchiostro. Come non essere curiose, dunque, dalla combo autore e casa editrice conterranei? Sì, perché la sede di Affinità Elettive Edizioni è ad Ancona (o in Ancona, come si suol dire in città).
Marco Dominici, classe 1968, è nato ad Ancona e, dopo aver studiato e lavorato a Milano ed aver vissuto in Siria, vive e lavora a Roma, dove è redattore per una casa editrice specializzata nell’insegnamento della lingua italiana a stranieri.
Affinità Elettive Edizioni, invece… lasciamo che sia essa stessa a presentarvi: vi lasciamo il link alla sua pagina di presentazione!
Perché leggere Il mantello di Spinoza di Marco Dominici?
Come avrete intuito, Il mantello di Spinoza di Marco Dominici, pubblicato da Affinità Elettive Edizioni, ci è piaciuto molto! Abbiamo apprezzato l’onestà intellettuale di Sandro Valeri, che alla fine è riuscito ad essere onesto con sé stesso, in primis, e con il commissario, e quindi con noi lettori, poi. Abbiamo adorato lo stile di Marco Dominici, in grado di presentare le sfaccettature dei suoi personaggi, rendendo la trama colma di colpi di scena… pur trattandosi di un monologo, di una confessione che Sandro Valeri fa di fronte al commissario!
Ogni personaggio coinvolto è poliedrico, ad eccezione del commissario. Anche questa scelta è geniale: la figura del commissario è, appunto, una figura. Al suo posto avrebbe potuto trovarsi chiunque altro… anche un semplice microfono. Sì, perché oltre ad essere l’unico personaggio che non parla mai, è anche l’unico che non fa nulla, ma si limita ad ascoltare. Siamo inoltre sicuri che stia veramente ascoltando?
Marco Dominici inoltre riesce a trasferire su carta il flusso di pensieri di una persona che sta sì parlando ad un’altra, ma che in realtà sta dialogando con sé stessa. Non disperate, dunque, e fidatevi di ciò che Sandro Valeri ripete come un mantra: tutto ciò di cui parla ha un senso ai fini della confessione che sta facendo!